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Sul grande mare dell'Essere vi sono infiniti porti per le navi che lo solcano. L'Io è una piccola barca in quell'immensità e cerca di attraversarla fra giornate cristalline, fortunali e improvvisi cedimenti. Sono situazioni in cui la «navicella» del Sé si inabissa nel grande mare, oppure veleggia nell'aria in un cielo di puro azzurro. Lo spegnersi dell'Io, il suo cedere appunto, può portare a momenti di libertà e di apertura così come ad episodi di chiusura e ripiegamento. «Cedere e altre cose dette d'amore» descrive una realtà rarefatta e allo stesso tempo violenta in cui ogni affetto o moto dell'anima può mutare in maniera repentina. Ecco allora il piacere, l'amore, gli elementi della natura, ma anche la visione, il coma, la morte che galleggiano come pezzi di complessità su questo grande mare che ci è dato di vivere.